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Vecchio 31 ottobre 11, 01:03   #51 (permalink)  Top
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L'avatar di CRONO
 
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oggi pomeriggio di varo... come al solito purtroppo con zero vento
ecco 3 foto


su questa all'altezza del numero velico della randa guardando il biadesivo fra i due ferzi sì nota bene la "sacca" che ho nominato qualche post fa e che secondo me dovrebbe essere dovuta dalla errata curvatura del albero



e qui il momento di massima per il vento
__________________
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La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre!. (Albert Einstein)
CRONO non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 01 novembre 11, 00:43   #52 (permalink)  Top
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L'avatar di claudio v
 
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linea di taglio inferitura randa

Ho letto un po’ e mi aspettavo che prima o poi qualcuno scrivesse alcune cose che sono abbastanza banali per un “normale” velaio e anche per un “regatante”.
Visto che nessuno provvede….

Senza conoscere la teoria e senza “adattare la forma dell’albero” a quella della vela come molti abituati ”male” con gli alberi in alluminio delle IOM fanno, la soluzione la problema è, invero, semplicissima.

Si costruisce la vela lasciando 10-20 mm di maggiorazione sul lato inferitura e, ad albero montato con sartie e stralli in tensione, si attacca penna, base e punto di scotta della randa all’albero e al boma cazzato al centro con 3 pezzi di nastro tenendo la barca inclinata su un lato in modo che la vela prenda la sua forma appoggiandosi sull’albero.
Poi, con un pennarello, si traccia la linea dell’albero sulla vela , la si rifila e la si rifinisce con i vari punti di attacco.
Questo permette un taglio di inferitura decente che potrà essere ottimizzato conoscendo bene quanto va pretensionato il paterazzo e che flessione laterale prende l’albero.

Prima però bisogna fare una vela di forma “decente” da stimare non, ad esempio, forzando l’inferitura su una linea o addirittura su una spezzata mettendo più pezzi di nastro lunghi



che è il sistema migliore per nasconderne gli errori e capire difficilmente dove si sbaglia

Il corretto sistema per visualizzare la forma delle vele, di solito, è tenendole per 3 punti sulle 3 bugne




Se si vuole invece seguire la teoria base, con il sistema della vela in appoggio su un piano e in forma e i 3 punto vincolati, si può tracciare la linea dell’inferitura per compensare il grasso di forma della vela tracciandola rettilinea (con la vela in forma e in appoggio diventa tale) e poi aggiungendo a quella la "deformata dell'albero", ossia lo scostamento dalla rettilineità teorica dell'albero quando è sotto carico e si flette longitudinalmente.

Altri elementi che intervengono a cambiare la forma della randa sono le deformate laterali dell’albero quali ad esempio quelle indotte dalle sartie + crocette
In questo schema, sul sito di Lester Gilbert che è tra quelli in evidenza (vedi Short spreaders)
si vede bene come questo avvenga



Una crocetta “larga”, tenderà a mandare sottovento l’albero in corrispondenza delle crocette e questa deformata incrementerà il grasso nella parte bassa della randa e ad aumentare il twist (la parte alta non si ingrassa, anzi la flessione a S la smagrisce), quindi per tenere costante la forma probabilmente occorrerà togliere un po’ di spingialbero all’aumentare del vento.
Una crocetta “stretta” tenderà a creare la deformata opposta tendendo a smagrire tutta la randa e quindi occorrerà probabilmente compensare con un po’ di spingialbero lo smagrimento per non perderne la forma.
Naturalmente questo avviene su un armo IOM dove si può mettere una sola sartia per regolamento e questo effetto si modifica anche tra una albero incastrato e uno solo appoggiato.
Aggiungendo una sartia intermedia le deformate cambiano ulteriormente, ma questo problema non tocca le IOM

Le conclusioni di tutto questo sono varie ma la prima è che molto improbabile dare il giusto taglio all’inferitura senza conoscere l’albero e il suo sistema di sartie; poi risulta chiaro che ogni elasticità del rig complica moltissimo il giochino; inoltre ne consegue che l’uso dello spingialbero congiunto alla tensione del paterazzo è basilare per controllare la forma della randa; infine... un albero di alluminio permette di correggere gli errori della vela piegandolo un po’ qua e un po’ là: può essere diseducativo… ma talvolta, se lo si sa fare, permette di salvare la frittata.
Bye

Ultima modifica di claudio v : 02 novembre 11 alle ore 19:20 Motivo: cambiati link alle immagini che erano state modificate nell'album in rete linkato al forum
claudio v non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 01 novembre 11, 15:18   #53 (permalink)  Top
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L'avatar di luca71-5
 
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Appunto ....la frittata ..... ClaudioV questo è il 3° forum nel qualse si parla dello stesso argomento negli ultimi 10 giorni e fiumi di parole si scrivono con schemini e sistemini , ma io ritengo che chi vuole farsi le vele deve farsele PUNTO , sbagliare - capire - risolvere , solo così saprà cosa e dove intervenire e poter osservare il lavoro fatto da altri che magari si fanno pure pagare con il giusto occhio clinico .

COstruirsi le vele si , ma anche un baglio tecnico coadiuvato da una buona esperienza in acqua riconosciuta dai propi avversari ( anche se di amici si tratta ) queste secondo me sono le basi per SAPER COSTRUIRE LE VELE altrimenti si tratta solo di appiccicare dei fogli di poliestere come ti ha detto di fare Claudio D o V che sia ...

Insomma se non facciamo lavorare le mani non lavora il cervello , ma ricordiamoci di muovere le mani solo se collegate al cervello e non abbiate paura a buttare via qualche vela , solo così i risultati arriveranno .

TUTTI SANTI ...
luca71-5 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 01 novembre 11, 20:33   #54 (permalink)  Top
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L'avatar di claudio v
 
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Originalmente inviato da luca71-5 Visualizza messaggio
Appunto ....la frittata ..... ClaudioV questo è il 3° forum nel qualse si parla dello stesso argomento negli ultimi 10 giorni e fiumi di parole si scrivono con schemini e sistemini , ma io ritengo che chi vuole farsi le vele deve farsele PUNTO , sbagliare - capire - risolvere , solo così saprà cosa e dove intervenire e poter osservare il lavoro fatto da altri che magari si fanno pure pagare con il giusto occhio clinico .
.....

Insomma se non facciamo lavorare le mani non lavora il cervello , ma ricordiamoci di muovere le mani solo se collegate al cervello e non abbiate paura a buttare via qualche vela , solo così i risultati arriveranno .

TUTTI SANTI ...
Terzo forum!? Grazie Luca, molto interessante
Ci posti i link degli altri 2 così vado a curiosare e, se scopro che qualcuno gioca a fare il cross posting e a poi a pesarsi le risposte, mi regolo di conseguenza (soprattutto per le prox volte, così non perdo tempo )... ora capisco perchè eri criptico
E, in effetti, con tutti i mastri velai che scrivono, non sono certo il più qualificato per dare informazioni così banali...

Per il resto concordo con te che bisogna fare e rifare e batterci la testa, ma un minimo di teoria alla base ci deve essere, altrimenti, senza una logica, non si arriva da molte parti...

Comunque, quello che ho scritto non è il metodo di Claudio V ... è il metodo noto generalmente a chiunque sappia fare una vela per quella parte della realizzazione... ma non insegna a fare le vele.

Semplicemente spiega come effettuare il taglio dell'inferitura su una vela già montata, che è basilare, ma è solo uno dei tanti particolari.
Per il resto ci sono vari metodi già abbondantemente sviscerati, alcuni che funzionano meglio di altri, ma ognuno, provando, potrà scegliere quello con cui si trova meglio per le proprie esigenze e la propria manualità.
Ciao

Ultima modifica di claudio v : 01 novembre 11 alle ore 20:48
claudio v non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 02 novembre 11, 13:17   #55 (permalink)  Top
Sospeso
 
L'avatar di claudioD
 
Data registr.: 18-08-2007
Messaggi: 1.410
La versione integrale del mio tread sulle vele senza "taglia e colla" la si trova QUI :
http://www.baronerosso.it/forum/navi...er-vele-3.html
ClaudioD
claudioD non è collegato   Rispondi citando
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