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Vecchio 15 giugno 07, 08:07   #15 (permalink)  Top
Diana
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Ecco cosa ho trovato

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Parliamo di miscele
La miscela per micromotori a scoppio a 2 tempi è composta fondamentalmente da 3 elementi: alcool metilico detto metanolo, olio e nitrometano.
La bontà, le percentuali e la tipologia di ciascun componente creano la differenza di resa sui motori e aumentano o diminuiscono la durata dei componenti interni degli stessi.
L’alcool metilico è un componente fondamentale per la miscela, la cui percentuale non può essere mai inferiore al 50%. Questo elemento facente parte della categoria chimica degli alcoli ( etilico, metilico ecc) è igroscopico cioè attira le particelle di umidità dall’aria, snaturandosi e annacquandosi col tempo, oltre ad evaporare ma non repentinamente. Se si lascia un bicchiere di alcool metilico all’aria aperta, a distanza di un paio di giorni si troverà un residuo sul fondo del bicchiere composto nella sua maggioranza da particelle di H2O.
Questa premessa per spiegare che le miscele lasciate all’aperto, non ben richiuse nella loro confezione, perdono gran parte della loro combustibilità.
L’olio utilizzato come veicolo lubrificante degli organi di movimento interni al motore, può essere di varie fatture: ricino, sintetico semisintetico ecc.
L’olio di ricino si ricava dalla pianta officinale del ricino ed è unanimemente riconosciuto come il lubrificante naturale migliore per i motori a combustione interna, dal momento che è in grado di mantenere le proprie capacità viscose anche a temperature molto alte, risultando perfettamente miscibile all’alcool e non lasciando praticamente residui incombusti in fase di scoppio. Viceversa lascia il proprio deposito combusto nella zona post combustiva, come collettori e marmitte. La maggior parte dell’olio di ricino esce comunque dal motore, dopo la combustione, con una sola variazione di colorazione ( da giallo paglierino a giallo intenso o arancione scuro) ma ancora ampiamente denso e corposo. L’olio di ricino può essere di prima spremitura, seconda o addirittura di terza ( detta anche pressione); la prima preleva il materiale più puro e consistente, la seconda e la terza si limitano a scremare i frutti del ricino già grandemente prosciugati in prima pressione, rendendo la qualità via via più scadente. Il prodotto ottenuto in prima pressione viene poi raffinato eliminando dallo stesso la cera o gomma, di cui è in parte composto, rendendolo anche consumabile a livello farmaceutico. Lo scopo dell’olio è quello di creare un velo di protezione tra organi metallici in movimento, tenendoli separati al fine di ridurre attrito, usura e quindi consumo dei pezzi stessi. Nel momento in cui il velo si rompe ( fuorigiri, qualità olio scadente, carburazioni magre, temperature elevate ecc) i metalli si toccano e ad alta velocità ci possono essere cedimenti strutturali, grippature, usure ecc. Oltre all’olio di ricino come annunciato sopra, esistono olii di sintesi, cosiddetti sintetici, nati cioè dalla sintesi di molecole di idrocarburi alifatici, che adeguatamente trattate e sofisticate in laboratorio, danno vita ad olii con caratteristiche molteplici tra cui la lubrificazione per micromotori. La maggior parte di questi ultimi ha due svantaggi notevoli: la combustione completa con conseguente sviluppo di vapori nocivi e la perdita di viscosità a temperature elevate. In ogni miscela che serva a preservare realmente il motore è sempre consigliabile una percentuale non inferiore al 4% di olio di ricino puro degommato e non superiore al 15% con eventuale “taglio” di sintetico che può andare da un minimo del 2% ad un massimo dell’ 8%. Il sintetico ha un pregio a livello prestazionale da molti gradito per la maggior scorrevolezza degli organi di movimento che meno risentono della viscosità dell’olio stesso, soprattutto a temperature medio-alte.
Il nitrometano è un comburente ossidante della miscela, in sostanza quando si trova sotto pressione e in fase combustiva, rilascia ossigeno, aumentando e migliorando l’esplosione in camera di scoppio, con conseguente potenziamento della resa motore. Aumentando il potere calorifico interno alla camera, occorre però scomprimere gradualmente il motore con l’aumentare del nitrometano, al fine di bruciare la candela per eccesso di calore.


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Le miscele per modellismo sono formate da alcool metilico o metanolo, lubrificante e nitrometano in varie percentuali. Queste percentuali variano a secondo dell’utilizzo che si richiede poiche’ possono essere piu’ o meno ricche di olio e piu’ o meno ricche di nitrometano. Una cosa e’ certa, la durata della miscela e’ data dalla quantita’ di alcool presente, quindi piu’ olio e piu’ nitro significano meno durata della miscela, mentre la potenza e’ data dalla quantita’ di nitrometano, il quale aggiunge ossigeno durante la carburazione. Non bisogna esagerare pero’ con la quantita’ di nitro nella miscela perche’ ogni motore e’ progettato per avere un funzionamento ottimale con un certo quantitativo di nitrometano. Questo perche’ piu’ nitro e’ presente nella miscela e piu’ si alza il rapporto di compressione. Ogni motore e’ progettato per funzionare con un proprio rapporto di compressione, al di fuori di quello il motore avra’ dei problemi. Normalmente se un motore scalda, sempre che la carburazione sia perfetta, e’ molto probabile che il suo rapporto di compressione sia esagerato, quindi sara’ sufficiente diminuire la percentuale di nitro per farlo andare meglio. Anche una eventuale guarnizione aggiunta nel sottotesta migliorera’ le cose. Per il lubrificante, discorso a parte. Esistono principalmente tre tipi di miscela a secondo del lurificante usato: quella contenente esclusivamente olio di ricino, quella contenente esclusivamente olio sintetico , raccomandata solo per un uso a bassi regimi come gli aereomodelli ed elicotteri , e quella contenente tutti e due i primi due oli denominata semisintetica che riunisce i pregi di entrambi e che io raccomando per tutta una serie di motivi. Qual’e’ la differenza ? Semplice. Partiamo dal presupposto che il miglior lubrificante disponibile sul mercato per il modellismo e’ attualmente l’olio di ricino, poiche’ la sua densita’ ma soprattutto la sua capacita’ di adesione ai metalli gli permette di avere dei vantaggi in temini di lubrificazione. Purtroppo pero’ c’e’ il rovescio della medaglia. Il ricino e’ uno dei peggiori oli per quel che riguarda le morchie che si creano all’interno sia del motore che della marmitta. Ostruisce le marmitte e incolla le parti meccaniche dei motori perche’ la sua temperatura di infiammabilita’ e’ molto bassa, quindi durante la carburazione brucia insieme all’alcool e quindi tende ad annerire il motore sia dentro che fuori, mettendolo presto fuori combattimento.Oltertutto poiche’ la densita’ del ricino e’ in virtu’ della sua temperatura, avremo un enorme cambiamento di carburazione se variera’ la temperatura esterna, e dulcis in fundo , essendo un olio vegetale, non rispecchia degli standard e la sua qualita’ variera’ in rapporto alla stagione di produzione. Dall’altro lato l’olio tutto sintetico e’ migliore perche’ avendo una temperatura di infiammabilita’ molto piu’ alta, non viene degradato durante il funzionamento e quindi lascia il motore molto piu’ pulito e soprattutto avendo una densita molto piu’ bassa tendera’ ad essere molto piu’ scorrevole e rendera’ il motore piu’ veloce, oltre che ad avere una carburazione stabile. Anche qui pero’ si sconta qualcosa perche’ il film del lubrificante sintetico non riesce a sostenere un funzionamento ottimale oltre i 15.000 giri al minuto perche’ il suo film oltre tale regime di funzionamento, tende a lacerarsi lasciando scoperti i metalli che tenderebbero a sfregare tra di loro aumentando gli attriti i, il consumo meccanico del motore e predisponendo un suo grippamento. Ed eccoci quindi alla terza categoria , quella dei semisintetici, che sfruttano le migliori caratteristiche del ricino aggiunto in percentuali diverse al sintetico in modo di avere una maggior velocita’ di funzionamento insieme alla necessaria lubrificazione, mantenendo anche il motore molto piu’ pulito
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