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Da più parti sollecitato, descrivo qui il metodo che uso per questa operazione che reputo fondamentale per la bellezza dei nostri modelli. Innanzitutto i materiali, con un appunto: questi sono i materiali che uso abitualmente e l'esperienza fatta in proposito è mia, altri hanno fatta la loro ed al solito può essere assai diversa, ho cercato comunque di spiegare il perché delle mie scelte. Fondamentale è la preparazione del fondo che può essere di balsa, obece, tanganica od altre impiallacciature, a voi la scelta che esula da questo scritto, ma ricordate che se volete una bella superficie questa deve essere bella in partenza, giunzioni mal eseguite, avvallamenti, buchi, solchi ed altre imperfezioni si vedrebbero sempre e comunque. Perciò occhio e manina in fase costruttiva. Lo stucco e preferibile lasciarlo a coloro che devono zavorrare barche. Se a qualcuno interessa il depron può anche evitare di leggere, non lo tratto. Iniziate innanzitutto con una bella passata di carta abrasiva, quella nera del 600, applicata su di un tampone. Il tampone serve a mantenere piana l'abrasiva in modo tale che la sua azione avvenga solamente sulle cuspidi della superficie portandole possibilmente alla pari con i minimi avvallamenti. Segue una passata, questa volta a palmo di mano, con abrasiva del 1000 già usata. Non buttate mai via le abrasive usate perché la loro minore aggressività può tornare utile in molti casi. Ora incomincia l'avventura con collante cellulosico, tendicarta, turapori o come vi va di chiamarlo, da questo momento lo chiamerò comunque tendicarta. Ideale sarebbe poter utilizzare il vecchio collante cellulosico diluito, ma per farlo occorrerebbe reperire la celluloide, ottima quella utilizzata un tempo per fare i parabrezza degli scooters, e diluirla con acetone. Ricordo però di aver letto tempo fa sul mercatino di qualche rivista che si può trovare il collante già pronto per la diluizione in barattoli grandi. Alternativa è la diluizione con acetone o diluente nitro del collante Uhu Hart, acquistato in barattolo o spremuto dai tubetti. Altra possibilità è data dall'acquisto di turapori nitro, in pratica vernice trasparente alla nitro, e diluirla poi con diluente nitro. Il grado di diluizione dipende da voi. Io preferisco che la vernice sia abbastanza diluita e la prova la faccio con un paio di gocce fra i polpastrelli di pollice ed indice: la vischiosità deve essere pari a quella del rosolio. Perciò acquistate pure una bottiglia di rosolio, fate la prova e poi lo bevete alla mia salute. Qualcuno potrà obbiettare che se la superficie da trattare ha sottostante il polistirolo questo potrebbe danneggiarsi se il tendicarta è troppo diluito. Ma l'esperienza mi ha insegnato che utilizzando l'acetone, logicamente non per diluire il turapori alla nitro, la sua volatilità è maggiore e questa aumenta se viene aumentata la quantità di acetone inglobata nel tendicarta. D'altronde basta fare una semplice prova: date un colpo di pennello con acetone puro ed uno con collante diluito ed osservate la velocità di volatilizzazione e la rapidità di asciugatura. Preparato il tendicarta spennellatelo sulla superficie ed attendete che asciughi. L'azione del tendicarta è di far sollevare tutti i pelluzzi della superficie ed occludere i pori, poi sempre con l'abrasiva del 600 levigate per bene. Questa operazione di norma la ripeto due o tre volte. |
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