Filtro attivo per lunghi collegamenti tra servocomandi e ricevitore
Componenti (per 2 circuiti):
Condensatori
2 da 47000pF poliestere o ceramici
Integrati
2 CD40106
Varie
6 spine servi
6 contatti Strip
I filtri antidisturbo sono necessari per prevenire instabilità funzionale del ricevitore quando vengono utilizzati servi lontani dallo stesso (modello di apertura superiore ai 3 mt). Tale lontananza comporta l’utilizzo di prolunghe che potrebbero (in certi casi) fungere da antenna, tale situazione si traduce con un rientro di segnale AF (sul filo del segnale del servo) nel ricevitore con conseguente incasinamento generale di quest’ultimo. Da notare che tale fenomeno non è detto che succeda sempre, dipende infatti da molte variabili: la lunghezza delle prolunghe, la sensibilità e/o selettività del ricevitore, il tipo di modulazione utilizzata il materiale (carbonio) di cui è fatta l’ala o la fusoliera (per i servi montati in coda).Da qui il fatto che molti modellisti, o perché ignoranti il fenomeno o perché fiduciosi nella fortuna senza interporre i filtri non hanno mai riscontrato problemi di volo, ma siccome io purtroppo non rientro tra questi...
Esistono tre sistemi per ovviare al fenomeno:
Filtri passivi composti da un toroide sul quale sono avvolte alcune spire della prolunga.
Filtri attivi (per attivi si intende alimentati dalla batteria) composti da un integrato che blocchi il rientro nel ricevitore di eventuali impulsi spurii.
Filtri attivi con disaccoppiamento tra il ricevitore e i servi.
Il primo è il più semplice, ma comportandosi come un attenuatore attenua anche l’ampiezza del segnale che dovrebbe invece rimanere la massima possibile, (io stesso ho visto un servo rallentare visibilmente dopo avere inserito un filtro a toroide).
Il secondo è più affidabile del primo, però, essendo un componente alimentato è soggetto alle problematiche di questo tipo di utilizzo ( autooscillazione, picchi di extratensione sull’alimentazione che potrebbero bruciarlo ecc.)
Il terzo è il più affidabile dei tre ma è complesso da realizzare, si basa sul principio dei fotoaccoppiatori, il segnale esce dal ricevitore ed entra in un integrato costituito da un micro led ed un fototransistor l’impulso ad onda quadra accende e spegne il led, il fototransistor riproduce il segnale che piloterà il servo ma di fatto non esiste collegamento diretto poiché vengono utilizzati impulsi luminosi che per la natura del fotoaccoppiatore possono andare solo dal led al fototransistor e non viceversa. Bene dopo questa breve panoramica passerò alla descrizione del circuito che ho scelto di utilizzare e che è il secondo.
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